Questo racconto è stato scritto per partecipare a The Neverending Contest n° 104 S4-P1-I3 di @storychain sulla base delle indicazioni di @jadams2k18
Tema: Body of proof
Ambientazione: Courtroom
Il video di sorveglianza
Con tale veemente eloquenza l’avvocatessa Luana Ricci concluse la sua arringa, girò i tacchi e si sedette sulla sedia dietro il suo banchetto a braccia conserte e col broncio. La sua vita era un inferno da quando era arrivato quel David, e questa era la sua ultima occasione per potersi finalmente liberare di lui. Guardava giudice e giuria con odio e disprezzo, perché in parte era anche loro la colpa di quel che stava succedendo e nonostante ciò già presentiva che non l’avrebbero compresa e ancora una volta David l’avrebbe fatta franca fino alla prossima malefatta. D’altro canto tutti affermavano che il suo sorriso era irresistibile e si scioglievano ogni volta che lo vedevano, soddisfacendo ogni sua richiesta. Era il diavolo travestito da angioletto, ecco cos’era!
A dispetto della tensione che l’avvocatessa aveva creato, uno dei giurati si sgranchì le zampe e passandole davanti con superba lentezza uscì. <<Dove vai, Mango?! Sei un traditore, ecco cosa sei!>> Inveì Luana contro l’indifferente gatto. Al signor giudice, dal suo piccolo trono, scappò un sorriso. <<Allora, mia piccola avvocatessa, chiedo di presentare una prova che scagionerà completamente il mio cliente!>> disse l’avvocatessa della difesa mettendo uno smartphone sul banchetto della piccola regina del foro. <<Guarda qui che cosa è successo>>. Luana guardò i video della telecamera di sorveglianza: David gattonava per raggiungere il loro cagnolino, Cocco, che giocava col coniglietto rosa di peluche di Luana, mordicchiandolo. La baby sitter si era allontanata di pochi passi per posare il barattolino vuoto dell’omogeneizzato e David in un secondo aveva raggiunto il cane e, afferrando coi dentini il pupazzo, aveva cercato di tirarlo via a Cocco, ma l’orecchio si era staccato. Poco dopo la baby sitter era tornata e senza accorgersi dell’accaduto aveva semplicemente raccolto da terra sia David che il peluche e aveva iniziato a dare al bambino un po’ di pera grattugiata. <<Dopo aver visto questo video, Vostro Onore, si può affermare che non solo il mio cliente non aveva intenzione di strappare l’orecchio al povero Bunny, ma che forse voleva addirittura proteggerlo, sapendo quanto la sua sorellina Luana ci tenesse! L’imputato si dichiara quindi non colpevole!>> Concluse la mamma avvocato della difesa. Luana era impietrita e il viso le si era fatto rosso di rabbia, gli occhietti inondati di lacrime. Non solo non si sarebbe liberata dell’odiato piccolo fratellino, ma era stata tradita da quello che credeva essere il suo migliore amico! <<Cocco!>> Strillò piangendo in direzione del cagnolino, seduto fra i membri della giuria di bambole di pezza <<Cocchino mio, come hai potuto! Noi due eravamo amici! Hai fatto male a Bunny!>>. Il cagnolino sollevò per un attimo la testa e le sue orecchie si drizzarono, guardando la padroncina. Poi, quasi avesse capito ogni cosa, si accoccolò a terra nascondendosi gli occhi pieni di vergogna sotto una zampetta. <<Va bene, va bene, mia piccola avvocatessa>> la consolò il Signor Giudice alzandosi in piedi <<Il caso è chiuso, David non ha fatto male a Bunny e le prove presentate dalla mamma sono inconfutabili>> <<Ma papà!!! Allora non chiamerete di nuovo la cicogna per rimandarlo indietro da Gesù?>> strillò ancora la bambina afferrando i pantaloni del “Signor Giudice”. <<Certo che no, sciocchina! Non si possono rimandare indietro i bambini che arrivano!>> Rispose la mamma prendendola in braccio e strofinando il nasino di Luana contro il suo. <<Adesso vieni qui tesoro, fai la pace col fratellino, e se hai cose a cui tieni rimettile a posto dopo che ci giochi, così non rischi di trovarle rotte, ok?>>. Luana era tanto arrabbiata, così arrabbiata che d’improvviso, appoggiando la testa alla spalla della mamma mentre ancora singhiozzava, sentì le palpebre farsi pesanti e gli occhi chiudersi dal sonno.
Quando si svegliò si ritrovò accanto Bunny, profumato di bucato e con l’orecchio di nuovo al suo posto. Nella culla accanto a lei dormiva anche l’odiato fratellino, che aveva invaso la sua stanza. Guardandolo, la bimba ripensò al video che aveva visto: “Davvero volevi salvare Bunny?” Gli chiese sottovoce. “Chissà, forse non sei così male…” concluse.
Quello fu l’inizio di uno dei legami più intensi e lunghi della loro intera vita.