Questo racconto è stato scritto per partecipare a The Neverending Contest n° 106 S1-P2-I3 di @storychain sulla base delle indicazioni di @clifth
Tema: Ritiro spirituale
Ambientazione: Caverna
Il rituale delle coppie
Intanto un brusìo si era alzato fra i presenti, le facce indignate di molti mariti (quelli che non avevano mai partecipato prima ad altri ritiri spirituali) sembravano voler dire alle proprie mogli “Ma dove mi hai portato, folle di una donna?! Andiamocene immediatamente”. Lo immaginava, ci era abituato, era proprio quello l’effetto che voleva ottenere. Lasciò trascorrere strategicamente un certo numero di secondi che ritenne opportuni, quindi riprese la parola: <<Si, signori, avete capito bene. Alla fine delle nostre attività pomeridiane e della cena verrete estratti a sorte e formeremo delle nuove coppie. Da quel momento, cercando di non parlare, vi recherete nelle celle assegnate, dove le signore laveranno le spalle al partner che è toccato loro, mentre i signori laveranno i piedini delle nuove compagne. E’ consigliabile che tutto si svolga nel totale silenzio delle piccole celle scavate in questa grotta, che un tempo era un monastero. Al termine delle abluzioni reciproche, le signore verranno accompagnate nelle loro camere da letto. Questa prima notte, quindi, dormirete separati e non saprete dove si trovano i vostri compagni, per cui vi suggerisco di salutarli subito dopo cena, anche perché dopo quel momento diventa obbligatorio il silenzio. E’ una prova difficile, lo so, ma con l’aiuto di Dio ne capirete il senso. E se ciò non avvenisse, state tranquilli: domani tornerà tutto come prima e sarete liberi di andar via. Ma per stasera abbiate fede, ve ne prego.>>.
Con queste parole e una buona dose del suo intrinseco carisma Padre Dino introdusse alle coppie il momento d’impatto più complesso e difficile del weekend. Era una sua idea, ed era stato criticato da molti sacerdoti per l’audacia di quel gesto, tuttavia era rimasto fermo nella sua convinzione e aveva introdotto quell’elemento un po’ trasgressivo nei suoi raduni spirituali in mezzo a canti, preghiere di gruppo ed esercizi di dialogo.
<<La logica è semplice>> aveva spiegato una volta alla sua amante <<forzare un contatto fisico fra estranei ed effettuare un gesto così intimo come lavare una parte del corpo altrui nel più totale ed assoluto silenzio si configura come un momento quasi sacro che innesca una cascata di emozioni intense: umiliazione, curiosità, eccitazione, vulnerabilità, benessere... Dopo un iniziale imbarazzo, innumerevoli riflessioni sorgeranno spontanee, fra queste una cosa accomunerà le menti di tutti: “come sarebbe se questo me lo facesse/lo facessi al mio partner? Se mi prendessi cura/si prendesse cura di me?”. Focalizzare il proprio pensiero tutta la notte o anche solo per cinque minuti sull’altro che non c’è, mia cara, ci fa rendere conto di quanto quello faccia per noi quotidianamente e semina il germe del desiderio di fare qualcosa per lui. E’ solo nel dare reciproco e gratuito che si ama davvero, e tanto più si ama, tanto più ci si avvicina a Dio.>>. <<E’ per questo che hai deciso di venir meno al tuo voto di castità e di diventare mio marito in segreto?>> gli aveva chiesto quella volta la donna a cui, dopo Dio, Dino aveva donato il cuore e giurato eterna fedeltà. <<Esatto amore mio: io amo Dio anche attraverso l’amore per te, per i nostri futuri figli e per tutti i fedeli della mia parrocchia. Come potrei comprendere così bene i problemi delle famiglie, altrimenti, se non ne avessi una anche io? Da quale pulpito verrebbe la mia predica se, come fanno tutti i miei colleghi, predicassi cose di cui ho cognizione solo per sentito dire? Mi riempirei di tracotanza e di pregiudizi come tutti loro, dimenticherei di essere umile, di accettare e perdonare l’errore ed il peccato altrui, quando invece io sono il primo dei peccatori! E mi arrogherei il diritto di sentirmi, nel fondo dell’anima visibile solo al Signore, superiore agli altri e più simile a Dio di chiunque, e nel momento stesso in cui crederò di essere in grado di distinguere il buono dal cattivo, il giusto dall’ingiusto, l’angelo dal demone, ecco, in quello stesso istante il Male mi avrà reso suo schiavo. Invece grazie a te, amore mio, e grazie alla tua purezza e all’amore incondizionato con cui mi hai accettato nonostante le anomalie e i sacrifici che la nostra relazione richiede, tutto questo non succederà. So e saprò sempre di essere un umile peccatore, indegno di giudicare il mio prossimo, al quale posso solo stare accanto condividendone le sofferenze della vita, ma mai ponendomi al di sopra di lui. E giorno dopo giorno riuscirò a cambiare le cose, anche dentro questa Chiesa vecchia e ottusa, e a rendere migliore il mondo che lasceremo ai nostri figli.>>.
Era un idealista, Dino, e un romantico, ma credeva davvero nella possibilità di cambiare le cose e non faceva mai niente senza averla prima pensata e ponderata sotto ogni punto di vista. Come la scelta di inserire quel rituale nei suoi ritiri spirituali, o come la scelta del luogo in cui farlo: un ex-monastero scavato in una grotta, che con la semplicità della nuda pietra e la luce soffusa che trapelava dolce nelle sale diventava al contempo un posto perfetto per spingere le persone a guardare dentro se stesse il primo giorno e a riscoprire la bellezza romantica dell’intimità di coppia il secondo giorno. Alla fine della seconda sera, infatti, ciò che il giorno precedente era stato fatto a un estraneo la moglie lo faceva al proprio marito, e il marito lavava i piedi alla moglie, per poi andare a dormire insieme. L’unica regola che rimaneva intatta era quella del silenzio. Durante il terzo ed ultimo giorno, poi, la coppia dedicava un’ora e mezza a mettere per iscritto e leggersi a vicenda quello che aveva provato durante quella strana esperienza.
Padre Dino era contento dei risultati che aveva ottenuto: molte coppie di ogni età ripetevano l’esperienza, altre diventavano suoi parrocchiani o lo ringraziavano quando lo incontravano per strada. Quel metodo funzionava, marito e moglie riscoprivano l’uno l’importanza dell’altro e rafforzavano la loro fede in Dio diventando una famiglia più armoniosa e crescendo figli sereni e gioiosi. E questo era solo l’inizio. Partire dalla famiglia, dai giovani, conquistare una parrocchia, un vescovado, oppure, chissà, anche di più, e cambiare il mondo. Ecco a cosa ambiva il prete. Ecco a cosa pensava mentre attraverso il suo irresistibile e carismatico sorriso incoraggiava i presenti e di sottecchi individuava le coppie più critiche di quel weekend, al fine di prestare loro le giuste attenzioni e massimizzare i risultati delle poche ore di preghiere e riflessioni insieme che aveva a disposizione per cambiare, a poco a poco, il mondo.