Il colpo del secolo

in theneverendingcontest •  4 years ago  (edited)

Questo racconto è stato scritto per partecipare a The Neverending Contest n° 108 S3-P2-I3 di @storychain sulla base delle indicazioni di @clifth

Tema: Pirati
Ambientazione: Wall Street

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Il colpo del secolo

Quella mattina Patrick si era recato a lavoro come ogni giorno negli ultimi sette anni. Tuttavia quella mattina era nervoso, aveva dormito poco e temeva che gli sudassero le mani. Andavano in suo soccorso il self-control e il sangue freddo che ogni buon broker deve avere se vuole sopravvivere al numero 11 di Wall Street, dove quelli come lui nel giro di pochi anni venivano fatti fuori o se ne andavano a lavorare come dirigenti di qualche grossa azienda. Patrick, invece, aveva resistito per sette anni, paziente come un predatore in agguato, attento a cogliere le occasioni che il lavoro gli offriva e pianificatore come uno scacchista che giocasse la sua migliore partita.

Il Capitano era stato chiaro: “Non importa quanti anni ci vorranno, devi installare il virus su tutte le Balene Bianche!”. Un’impresa impossibile: le BB erano i cinquanta computer di punta che gestivano la sicurezza delle transazioni fra le aziende più importanti e ricche di Wall Street! Ma per Patrick niente era impossibile, e per sette lunghi anni aveva atteso le occasioni di hackerare tutti quei sistemi. La gente in quel periodo guardava su Netflix “La casa di carta” tifando per i ladri che avevano organizzato il colpo del secolo, senza sapere che loro, invece, il vero colpo del secolo lo stavano mettendo in atto! La rapina perfetta… e lui era il piede di porco. A volte erano passati mesi fra un’istallazione del virus e l’altra, altre volte era riuscito a infettare anche due o tre computer in poche settimane, sfruttando il suo carattere amabile, il sorriso perfetto e le competenze inattaccabili. Cercava di sfruttare soprattutto l’ingenuità dei nuovi arrivati con la scusa di dar loro una mano, si avvicinava con particolare successo alle ragazze che credendo di aver trovato un uomo d’oro diventavano invece le sue principali, per quanto inconsapevoli, complici.

Il Capitano era stato chiaro anche su questo punto: “Puoi farti chi vuoi, ma con discrezione e per non più di tre mesi. Se la cosa diventasse seria comprometteresti l’intera operazione e dovremmo sostituirti ritardando l’intera operazione di anni, forse di decenni. E noi questi soldi vogliamo goderceli giovani, non è vero Patrick?” concludeva con sorriso velatamente minaccioso il Capitano.
La loro buona stella aveva inviato la pandemia del 2020, grazie alla quale l’edificio si era svuotato per lavorare in smart working e solo poche decine di persone avevano ottenuto i permessi necessari a continuare ad accedere a Wall Street. Patrick, grazie alle conoscenze di alcuni membri della loro ciurma, era stato fra i pochi eletti. Con le postazioni vuote, la paura dei contagi e la scusa del lavoro da recuperare, riusciva sempre ad essere il primo ad arrivare e l’ultimo ad andarsene, infettando, in base all’occasione che gli si presentasse, senza neanche aver bisogno di accendere del tutto i pc. Quel genio del capitano, infatti, aveva progettato questo programmino semplice semplice che si attaccava al bios durante l’accensione e rimaneva quiescente anche se, per mancanza di nome utente e password, il computer veniva spento subito dopo senza completare l’accesso. Quando nei mesi successivi o anche nell’anno successivo i proprietari tornavano in ufficio e accendevano il proprio computer, il virus si riattivava e iniziava a inviare segnali cifrati alla loro base. Durante quel benedetto 2020 era riuscito ad infettare ben 37 computer, ovvero la maggior parte. Il Capitano ne era stato così colpito da avergli fatto intendere che grazie a lui le cose si sarebbero mosse più velocemente, che il bottino era vicino.

Erano passati altri tre mesi dalla connessione dell’ultimo computer di Wall Street al loro quartier generale e Patrick aveva atteso a lungo ordini dal Capitano. I biglietti per le Barbados gli erano stati recapitati per posta una mattina di gennaio, così era partito “per una breve fuga invernale verso il paradiso tropicale, lontano dallo stress per un weekend”. Questo, almeno, aveva detto ai colleghi di Wall Street.

Caddy lo attendeva all’aeroporto. Era la loro coordinatrice e lo avrebbe portato dal Capitano. Bendato, chiuso dentro una cabina, era stato condotto su un’isola deserta in mezzo al nulla, nel luogo segreto dove il Capitano aveva costruito Crossmap, la sua base pirata.
Rivide alcune facce amiche, poche in realtà, e conobbe nuovi membri della squadra che però sembravano conoscerlo molto bene. Il sospetto che pur essendo un fedelissimo della prima ora venisse tenuto d’occhio da spie del Capitano anche a Wall Street divenne una certezza.

Il Capitano gli parlò molto meno di quanto pensasse, misurando con l’accortezza di una volpe ogni singola parola. Ciononostante Patrick sentiva il rispetto che quell’uomo di grande ingegno e di grande esperienza nutriva per lui e per quello che aveva fatto in quei sette anni e venne premiato venendo messo al corrente dei dettagli dei preparativi che il resto dell’equipaggio aveva svolto in quegli anni e delle conseguenze che l’attivazione finale del piano avrebbe avuto. “Siamo pronti, finalmente, e tu caro Patrick hai in mano le chiavi di ogni cosa”, gli aveva detto comunicandogli le ultime istruzioni. Il giorno stabilito era stato fissato per quella primavera, a dodici settimane dal loro incontro.

Aprile intiepidiva appena l’aria, quando anche quella mattina Patrick si era recato a lavoro come ogni giorno negli ultimi sette anni. Il caffè, però, lo aveva preso decaffeinato per non corroborare la tensione. Seduto alla sua scrivania, attendeva l’ora stabilita per digitare dal suo computer i comandi che avrebbero hackerato i sistemi infetti del numero 11 di Wall Street, bloccando la borsa americana per alcuni minuti cruciali durante i quali i suoi compagni avrebbero spostato verso le loro tasche con un numero infinito e non tracciabile di operazioni una immensa quantità di denaro. Alle 15:03 in punto, Patrick aprì il motore di ricerca interno e scrisse “Swordfish can”, una delle tante ricerche interne che uno dei tanti impiegati di Wall Street effettuava per verificare il valore delle azioni attuali, per decidere se vendere o comprare o rivolgere altrove i propri interessi. Nove secondi dopo, le BB andarono in tilt, cominciando a registrare e proiettare migliaia di operazioni fasulle miste a quelle vere con le quali i Pirati derubavano le multinazionali di Wall Street. Dovettero togliere la corrente per fermare quell’emorragia di denaro, ma quando lo fecero era ormai troppo tardi: il Capitano, Patrick e la loro ciurma avevano trasferito talmente tanti soldi che non sarebbero bastati anni per poterli spendere tutti!

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