Gita al planetario

in theneverendingcontest •  4 years ago  (edited)

Questo racconto è stato scritto per partecipare a The Neverending Contest n° 97 S2-P10-I2 di @storychain sulla base delle indicazioni del vincitore precedente @kork75

Tema: La luna
Ambientazione: città

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Pixabay License

Gita al planetario

Da un mese o poco più l’appuntamento al planetario occupava le giornate e le fantasie di Marica, Fabio e Lorenzo. Non vedevano l’ora di ritrovarsi in questo luogo misterioso e magico, che risucchiava le giornate della loro mamma che vi lavorava ma che non li aveva mai portati con sè. Per l’eclissi parziale di luna prevista per quel mese, invece, la mamma aveva deciso che erano grandi abbastanza per portarli al lavoro con lei. Con l’aiuto del marito si sarebbero goduti tutti insieme lo spettacolo dell’eclissi dalla cupola del planetario e avrebbero osservato il cielo con la guida dei genitori.

Per settimane i tre fratellini non avevano fatto altro che parlare dell’evento, immaginare come sarebbe stato, fare domande alle maestre e ai genitori sul cielo e sulle stelle, guardare (solo Lorenzo, che aveva 8 anni, sapeva già leggere) alcuni dei libri illustrati di mamma sulla luna. Il cielo e il planetario aveva riempito i disegni e le giornate dei bambini, che arrivarono eccitatissimi alla mattina dell’evento prefissato.

Tornati da scuola, però, trovarono una brutta sorpresa: la mamma era rientrata prima a casa per un brutto raffreddore, pallida, stanca, col naso chiuso: non sarebbe potuta andare a lavoro, e nemmeno loro: la gita al planetario era saltata.
La piccola Marica si mise a strillare piangendo, Fabio andò a singhiozzare nella sua piccola casetta-rifugio, un posto tutto suo nella stanza condivisa col fratello maggiore, mentre Lorenzo chinò il capo, un groppo in gola, e disse solo alla mamma <<Non preoccuparti, andremo la prossima volta. Pensa a stare bene, mammina>>.

Al calar della sera, l’aria tetra della delusione aleggiava ancora, tanto più che papà tardava a tornare a casa da lavoro. La mamma aveva consolato i figli sfogliando insieme a loro i suoi libri, spiegando i movimenti di rotazione e rivoluzione dei corpi celesti, mostrando ai bambini dei bellissimi video sullo spazio infinito e inesplorato. Quando il marito arrivò con la cena, spazzò via la gran parte della tristezza col suo fare travolgente e allegro e portò ai figli un bellissimo libro pop-up sul cielo, che coi suoi spettacolari effetti speciali rendeva ogni cosa facile da comprendere.

<<Dove vai Lori?>>
<<A mettere il pigiama, papà>>
<<Niente pigiama, invece. Chi vuole venire a vedere un’eclissi con papà?>>

I bambini, al sentire quelle parole iniziarono a gridare di gioia <<IO! Io! Io!>>, strillavano gioiosi.
<<Presto, prepariamoci per uscire: mancano quaranta minuti.>>
<<Ma papy…e la mamma?>>
<<La mamma sarà quella che ve la mostrerà! Adesso andiamo, presto!>>

La famiglia corse in macchina, tutta eccitata, anche la mamma, che fra le medicine e la gioia di veder sorridere i suoi figli, cercava di reggersi in piedi. L’idea era stata sua, ma il marito, dopo le perplessità iniziali per la sua salute, l’aveva subito appoggiata: al lavoro non poteva andare, ma poteva mostrare loro l’eclissi girando in auto per la città.
Si misero in macchina, tutti insieme, prendendo l’auto dei viaggi di famiglia che aveva anche il tetto panoramico apribile.

"Adesso facciamo un gioco" propose la mamma. <<La luna è bassa ancora, gioca a nascondino fra i palazzi. Chi la vede durante il nostro giro dice “Luna!” e la indica. Ci fermiamo e decidiamo se è un bel posto per guardare l’eclissi, altrimenti andiamo avanti. Chi vince avrà un bel gelato, e chi perde avrà un gelato di consolazione. Ci state?>>
<<Siiiiiiiii!!!>>
Risero in coro i bambini.

La mamma e il papà li fecero divertire un po’ girovagando fra le vie della città e cambiando spesso direzione, così che l’attenzione e l’eccitazione dei bambini era al massimo e continuamente uno o più di loro esclamava “Luna!” e la indicava col ditino, a destra, sinistra, avanti, indietro o in alto, individuando il tondino argentato anche attraverso il finestrino panoramico sul tetto. Quando mancavano solo pochi minuti all’eclissi, infine, il papà raggiunse un altipiano, vicino a un belvedere. Qualche appassionato si era già posizionato per godersi lo spettacolo, un paio si erano forniti di telescopi o fotocamere speciali, montate sul treppiedi.
<<Allora, che ne dite di restare qui? Vi piace questo posto?>>. La domanda ricevette una calda approvazione generale.
Da lì, che era sempre stato il luogo dove erano diretti, Lorenzo, Fabio e Marica osservarono la loro prima eclissi parziale di luna, mentre la mamma spiegava loro cosa stava succedendo e rispondeva alle loro tante domande con la sua voce intasata e gli starnuti frequenti. I tre fratellini ricordarono per sempre quell’evento come uno dei più felici della loro vita.

Quando tornarono a casa, dopo il gelato, erano così felici che sembravano aver dimenticato cosa fosse la stanchezza, ma si addormentarono in fretta appena poggiata la testa sul cuscino: era stata una giornata intensa e piena di emozioni. Quando la mamma e il papà diedero loro il bacio della buona notte li trovarono tutti e tre nel letto di Lorenzo, stringendo forte il libro pop-up che il papà aveva portato loro poco prima: i loro visini erano ancora girati verso la finestra da cui si intravedeva la luna e sorridevano felici.

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