Il bibliotecario francese: cap. XII parte prima

in scritturacreativa •  last year 

Quando i due fratelli si rimisero in sesto, ricordarono ben poco dell'accaduto degli ultimi giorni, ma rimase loro bene impressa la visita di Malinka. Nico ricordava anche quella di Robert. Gli sguardi pieni di rimprovero non erano affatto spariti dai visi dei colleghi, anzi, erano ancora più accentuati. E mentre Nico era assolutamente convinto che tutta quell’ostilità fosse opera di Trent, Adriana non ne capiva il significato. Una volta liberi, avrebbero dovuto essere considerati puliti da chiunque all'Arcoiris.
Nico non aveva avuto né il tempo né il modo di raccontare a sua sorella quello che sapeva. E come se ogni altro cruccio non bastasse, la loro cara Alberta sembrava scomparsa. Nessun volontario otteneva un'intera settimana libera, ma per andare dove, poi? L'unico tetto sulla testa per ciascuno di loro non si costituiva se non del Centro Arcoiris. Habanita non era una città turistica. A dispetto dei paesaggi incantevoli, non risultava vi fosse alcun hotel. Dunque quella curiosa assenza era per loro motivo di preoccupazione. Entrambi iniziarono a temere che avesse contratto un'infezione improvvisa sfociata nel peggio, l'unica vera ragione di assenza prolungata di un volontario diversa dal rimpatrio. Un'assenza che sarebbe durata per sempre, in tal caso. Che Alberta avesse invece fatto ritorno in Portogallo di punto in bianco era un'ipotesi da scartare del tutto. Non sarebbe mai mai e poi mai partita senza di loro, specie a seguito degli ultimi avvenimenti. Ma non erano ancora riusciti a chiedere di lei a nessuno.
Il professor Podger li chiamò nel suo studio con fare arcigno. Sulla sua scrivania c'erano due passaporti, due carte di credito e denaro contante. E due catenine d'oro.
-Dovete solo ringraziare che ci fossi io quando la polizia ha perquisito i vostri armadietti. In un posto come questo non avreste mai più rivisto i vostri averi- disse il direttore sanitario in tono tutt'altro che cordiale. La sua arroganza non era sconosciuta in ambito medico. I suoi continui successi, sia scacchistici che da luminare della scienza, anziché renderlo riconoscente e amabile per le vittorie ottenute, avevano alimentato ogni volta di più l'alterigia di quell'uomo.
-Professore, non abbiamo idea del motivo di tanta ostilità. Abbiamo saputo della morte del tenente Rios, ma innanzi tutto la persona che l'ha veramente ucciso, chiunque sia, ha confessato- affermò Adriana in tono di supplica.
-Aspetta... -cominciò Nico, che avrebbe voluto ragionare con il professore personalmente riguardo alla sciagurata vicenda, ma Podger, a cui in quel momento premeva solo di potersi liberare delle loro scomode presenze al più presto, lo interruppe con fare impaziente.
-Non crederete che mi sia bevuta la fandonia inventata a bella posta per scagionare voi due? L'operatrice socio-sanitaria per puro caso avrebbe ritrovato le chiavi degli armadietti che entrambi, dico, entrambi allo stesso tempo avreste smarrito e subito dopo, ascoltando, sempre per caso, ci mancherebbe, i lamenti di un paziente, avrebbe approfittato dell'occasione d'oro, come no, per sottrarvi quattro aspirine, quattro da mille milligrammi! Certo, mossa a pietà dai sonori gemiti di Rios che le erano giunti, guardate caso, fino al terzo piano dell'edificio, mentre puliva il mio appartamento. Con le finestre aperte, s'intende. Due compresse dall'armadietto di uno e due dall'armadietto dell'altra. Curioso che non le abbia prese da uno soltanto, no? Per poi correre a somministrarle allo sfortunato tenente per alleviare i suoi mali. Conseguentemente il paziente muore e la coraggiosa quanto incauta volontaria, rendendosi conto dell'ingiustizia del vostro arresto e presa dal rimorso, corre al comando di polizia civile a confessare il fattaccio. Ma non prima di essersi sbarazzata delle vostre chiavi, che pertanto non poté consegnare. Figuriamoci! Questa storia fa acqua da tutte le parti, è chiaro e lampante che la signora Moreira ha confezionato questa storia inverosimile per scagionare i suoi pupilli, cioè voi. Il suo profondo affetto per voi era noto. Se ora come ora ho tollerato la vostra presenza per un'intera settimana, lo dovete al fatto che non eravate in condizioni di salute tali da potervi muovere. Ma voglio che sappiate che in un presidio diretto da me non ammetto la presenza di personale incauto e questo è quanto ho ribadito a tutti al verificarsi dell'obbrobrio che ha messo in forse la credibilità di questa struttura e di conseguenza infangato il mio buon nome. Se vi ho visitati è stato per non infrangere il giuramento d'Ippocrate. E se non vi sto presentando l'intimazione per il risarcimento dei danni conseguenti all'effrazione necessaria per perquisire i vostri armadietti e quello della vostra collega, è dovuto unicamente al fatto che contro di voi non sussiste più alcuna accusa formale. Sapete? Mi fa una gran pena l'operatrice socio-sanitaria, perché purtroppo sarò obbligato a emettere il dovuto verbale a suo carico. Ma sia ben chiaro che per me i veri colpevoli della morte di Ríos siete voi. Non vi chiedo neppure le chiavi mancanti perché logicamente le avrete fatte sparire e poi sono oramai inutilizzabili. E adesso prendete quanto vi appartiene e uscite dalla mia vista, che vi voglio fuori da questo edificio oggi stesso. Tornatevene in Portogallo con il primo aereo.
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