Il bibliotecario francese: cap. X parte prima

in scritturacreativa •  2 years ago 

Fratello e sorella s'incontrarono appena fuori dalla porta del comando. Non riuscivano a credere di essere liberi e Adriana era grata per lo scampato stupro. Ma il ragazzo presentava alcune contusioni, ecchimosi e aveva un occhio pesto.
-Nico, che ti hanno fatto?- gli chiese angosciata. Il fratello era in pessime condizioni, ma anche Adriana non si sentiva affatto bene.
-Volevano farmi confessare a ogni costo l'omicidio di Ríos, erano veramente arrabbiati per la perdita del tenente, a cui pare tenessero davvero, nonostante mi riesca difficile crederli capaci di provare affetto per qualcuno. Lealtà tra colleghi, forse. Non erano affatto interessati alla mia versione dei fatti, ma da quanto ho potuto capire non perché volessero un capro espiatorio a tutti i costi. Sembrava invece che avessero ricevuto qualche strano ordine da quel tale Laurentino. E avrei confessato davvero se nel frattempo non fosse arrivato il comandante, e non per le botte, ma perché i due poliziotti mi avevano detto che se non avessi sputato il rospo avrebbero fatto del male a te.
-Oh, Nico! Quanto mi dispiace! Tutto l'affetto possibile per il collega non giustifica i pestaggi a detenuti. In ogni caso non sarebbe valsa la pena confessare per aiutarmi. Quel poliziotto, Laurentino Suárez, aveva già qualcosa in mente e se non fosse intervenuto il comandante non so neppure se a quest'ora sarei ancora viva. Ha cercato di...-. Adriana sentì mancarsi la voce al solo ricordo. Nico s'infuriò, avendo perfettamente capito, ma non riuscì a dire nulla, piegandosi in due dal dolore. Dovevano tornare al Centro, dove sarebbe stato curato e rimesso in sesto molto presto. Ma sarebbero stati costretti ad andare a piedi. C'era un unico e malandato mezzo pubblico che percorreva il territorio sin dall'area del comando, poco distante dal centro della città, fino alle vicinanze dell'Arcoiris, ma i due fratelli non avevano neppure un centesimo per pagare il biglietto. Quando erano stati arrestati non portavano soldi con sé. Il denaro e le carte di credito, assieme a due catenine d'oro che li avevano accompagnati sin da quando erano in fasce, li tenevano custoditi nell'armadietto personale, chiuso con l'apposita chiave di cui per regolamento neppure il direttore deteneva una copia. Ma anche se avessero avuto soldi in tasca, quei poliziotti di certo glieli avrebbero sottratti. E a dispetto delle suppliche di Adriana al conducente dell'autobus e dell'avere rilevato che erano due infermieri dell'Arcoiris, presidio sanitario prezioso per la popolazione di Habanita, che si trattava di un'emergenza e suo fratello era ferito, questi si era rifiutato categoricamente di farli salire. Niente soldi per il biglietto, niente corsa. E pensare che proprio quell'uomo aveva ricevuto, non molto tempo prima, sollecite cure mediche al Centro. Ciononostante nessuno dei due fratelli se l'era presa. Sin dai tempi della facoltà di scienze infermieristiche, ma anche in precedenza, ascoltando gli insegnamenti di Alberta, avevano entrambi imparato che se volevano fare del bene agli altri dovevano essere disposti a scontrarsi anche e soprattutto con l'ingratitudine. Alcuni dei loro professori avvisavano gli allievi che non tutte le persone sarebbero state riconoscenti per i loro servizi e alcuni pazienti avrebbero perfino ripagato con cattiveria il bene ricevuto.
-Se volete incamminarvi in una professione in cui gli applausi per la vostra bravura occupino il primo posto, andate a fare le pop-star- erano soliti esortarli. -Se invece volete che primeggi il denaro, andate a fare i banchieri.
-Ma se volete soccorrere il prossimo, preparatevi a una buona dose di ingratitudine da parte di alcuni malati, dei loro parenti e spesso anche all'ostilità dei direttori sanitari. Certo, avrete anche pazienti riconoscenti e superiori comprensivi, ma molte volte non sarà così. Vogliamo che lo sappiate affinché siate preparati.
I professori delle discipline sanitarie e scientifiche si rivolgevano soprattutto agli studenti che una volta laureati avessero scelto di partire come volontari per i sempre più numerosi paesi disagiati. Sottolineavano che non sarebbe stato un compito facile, ma qualunque cosa fosse accaduta non avrebbero dovuto cessare di amare il prossimo e le loro spesso ardue incombenze. Le professioni sanitarie dovevano essere intraprese in primo luogo per amore agli altri. Uno dei professori in particolare, Sebastião Coimbra, cattedratico di fisica e matematica, che era anche un credente cristiano dedicato, esortava gli alunni ricordando loro che finanche Gesù, a fronte dei più grandi miracoli, veniva ripagato con incredulità ed egoismo. -Sappiate che l'ingratitudine è la moneta più comune e corrente nella piazza dell'altruismo- soleva dire. -Ciononostante, Gesù, il Figlio di Dio e più grande esempio di umiltà e altruismo, amò tanto il genere umano che non desistette dal piano di salvezza per l'umanità, per quanto ingrati fossero gli uomini-. Quando la scienza s'incrociava con l'etica, il professor Coimbra era solito terminare le sue lezioni con discorsi del genere.
-Non createvi mai aspettative, perché averne è sempre sbagliato-. Quello era un altro argomento che il professor Sebastião Coimbra ripeteva spesso. -Le aspettative sogliono trasformarsi in esigenze che inferiscono colpi duri allo scopo di una missione umanitaria, volontaria o remunerata che sia.

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