Il bibliotecario francese: cap. XIV

in scritturacreativa •  7 months ago 

A Robert, al contrario di chiunque altro avesse a che fare con i pazienti, eccettuati Alberta e Nico, non erano sfuggite l'imperizia di Malinka e la parzialità di Trent. Quella brutta storia in cui Nico e Adriana erano rimasti loro malgrado coinvolti gli ricordava un triste episodio che lo aveva riguardato personalmente e ancora gli bruciava. L'anno precedente era stato arrestato per un crimine il cui responsabile era un collega boliviano. Costui si era associato ai malavitosi locali per denaro, ma uno scambio di turno aveva posto l'uno nei panni dell'altro. A quel tempo non c'era ancora un volontario a svolgere l'incarico di magazziniere, dunque era compito degli operatori socio-sanitari e degli infermieri nuovi arrivati trascorrere interi turni di servizio nel seminterrato e sempre in perfetta solitudine, non necessitando il magazzino la presenza di più di un operatore per volta. Robert era allora uno dei volontari infermieri arrivati da poco e il boliviano era l'operatore socio-sanitario del momento. Allora gli scambi di turno potevano essere decisi amichevolmente tra colleghi, senza la previa conoscenza e approvazione da parte del supervisore del momento. Quindi, mentre l'operatore socio-sanitario lavorava in magazzino, Robert si trovava in libera uscita al suo posto per avergli accordato un favore. Il boliviano era stato ben scaltro a chiedere lo scambio in un momento in cui i due si trovavano soli, fuori dalla portata di orecchie indiscrete. Nessuno aveva visto né sentito nulla. Tutti gli indizi puntavano contro Robert così come ora quelli dell'attuale episodio indicavano quali colpevoli Adriana e Nico, non fosse stato per la confessione di Alberta, alla quale peraltro il direttore sanitario non credeva. Il professor Podger, allo stesso modo, aveva ritenuto colpevole lui per il precedente episodio e non aveva voluto ascoltare ragioni. Robert sembrava irrimediabilmente perduto, in attesa di sentenza di condanna, quando nel carcere di La Pinta aveva ricevuto una singolare visita, quella di uno sconosciuto di terza età niente affatto amichevole. Un uomo burbero di origine francese, un conoscente di Héctor Salinas. Il portinaio venezuelano, che era diventato amico fidato di Robert, non aveva creduto alla sua colpevolezza e aveva raccontato la sua storia a qualcuno che a ragione riteneva libero da pregiudizi. Augustus Lafayette era l'unico uomo che in molti decenni di storia dell'America Centrale aveva avuto il coraggio non solo di trascorrere le ferie in un posto come Habanita, ma anche di ritornarvi per risiedervi stabilmente, ottenendo dal sindaco l'incarico di allestire quella che era poi divenuta la biblioteca della città e la cittadinanza di La Floresta dalle autorità governative. Il ragazzo non aveva capito, lì per lì, che intenzioni avesse l'anziano. Né avvocato né poliziotto. Cosa avrebbe potuto risolvere un semplice bibliotecario? Ma dato che oramai non aveva più nulla da perdere, soprattutto in seguito ad una pesante aggressione subita in carcere, a causa della quale per poco non ci aveva rimesso la pelle, gli aveva raccontato dello spiacevole episodio che lo aveva trasformato da un momento all'altro da diligente infermiere a criminale. Poche settimane dopo era sorprendentemente libero grazie al bibliotecario di Habanita e reintegrato nel suo posto di infermiere volontario, da allora mai abbandonato, neppure per un breve ritorno all'Oklahoma, il suo Stato americano di provenienza. E per sua somma sorpresa, l'enigmatico uomo con il quale aveva cercato di giustificarsi non avendo alcuna somma di denaro sufficiente a pagargli i servizi resi, non aveva preteso un solo centesimo. Robert di quando in quando lo vedeva ancora. Nel poco tempo libero che aveva, tutte le volte in cui gli era possibile si recava in biblioteca. E adesso, come unica via d'uscita dalla situazione di Alberta e dei suoi pupilli, non gli veniva altro in mente se non Augustus Lafayette.
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