Trust: The lamp [IT-EN]
Image by Taylor Burnett from Pixabay
Un cumulo di macerie si trovava esattamente nello stesso posto dove avrei potuto vedere, come ogni pomeriggio, se solo fossi arrivato una decina di minuti prima, la casa di Sir Francis Barret Browning: ero senza ombra di dubbio arrivato troppo tardi per il the.
Dai detriti si alzava una colonna di fumo nero, denso, dall’odore acre. Già da una trentina di yarde di distanza il mio olfatto mandò segnali inquietanti alla corteccia orbito-frontale. Non c’era molto da equivocare, si trattava dell’odore di carne umana carbonizzata, tipico degli incendi, purtroppo niente affatto rari a Londra, negli ultimi tempi.
Rimasi come inebetito, con lo sguardo fisso e attonito sui resti della casa dell’amico col quale avevo condiviso avventure di ogni genere. Non mi pareva possibile che d’un tratto, all’improvviso, di lui non restasse nulla, forse solo qualche brandello di stoffa bruciacchiata, un cappello semidistrutto, una ghetta malconcia, una lettura amata e condivisa dalle pagine oramai illeggibili, un corpo irriconoscibile.
Venni risvegliato all’improvviso dai miei pensieri vagabondi e tristi dalla voce di un agente della polizia, le cui parole però non riuscii a cogliere, preso com’ero dai miei torbidi pensieri.
Fui così costretto a chiedergli di ripetersi.
“Sir, lei conosce qualcuno di coloro che abitavano in questa casa?” mi ripeté alzando il tono della voce.
Gli risposi che sì, conoscevo qualcuno. Sir Francis Barret Browning, mio amico fin dall’infanzia, in quella casa vi abitava solo, fatte salve le visite della donna che si occupava delle incombenze di casa, che sicuramente a quell’ora del pomeriggio era assai improbabile si trovasse ancora all’interno dell’edificio.
Al contrario il padrone di casa, con quasi assoluta certezza, era proprio dentro l’edificio, essendo, come ogni giorno, in attesa della mia compagnia per un the e quattro chiacchiere, uso e costume che abitavamo con grande piacere ormai da diversi anni.
Cominciai a rimuginare su quali potessero essere le cause di quella tragedia. La prima cosa che mi sovvenne fu l’estrema, forse esagerata, fiducia che Francis riponeva nella tecnica, nelle opere dell’ingegno umano, nelle invenzioni e nelle novità mirabolanti in genere.
Certo poteva essere una possibile causa di quell’incendio l’assurda idea che aveva messo in atto il mio defunto amico: illuminare la casa usando una di queste belle novità.
Le chiamava lampade a carbone liquefatto o gas di carbone. Incontrovertibile è il fatto che facciano maggior luce di candele e lumi di ogni genere, come avevo potuto constatare io stesso durante le serate passate a casa Browing. Avere nel chiuso della casa però un incontrollabile flusso di aria esplosiva mi era parso fin dal primo momento un’idea malsana e foriera di possibili calamità.
Ero stato nefasto e facile presago di tanto dramma. Pochi giorni avanti avevo palesato all’amico i miei dubbi su quel modo così moderno di illuminare che stava prendendo piede in città. Ancor più mi sembrava inopportuno e pericoloso l’uso che ne faceva Francis, nel chiuso delle mura domestiche e con tanta mobilia in legno pregiato, tendaggi, tappeti e strutture portanti in legno, così facilmente infiammabili.
Mi spiacque
in quel mentre avere ragione, ma la fiducia è una cosa troppo seria per riporla in idee, concetti, ed invenzioni, anziché in persone in carne ed ossa.
Un insegnamento, questo, che il mio povero amico non comprese mai e di cui non poté nemmeno fare tesoro se non, forse, in una prossima vita.
A pile of rubble was in exactly the same place where I could have seen, as every afternoon, if I had only arrived ten minutes earlier, the house of Sir Francis Barret Browning: I was without a doubt arrived too late for tea.
From the debris rose a column of black smoke, dense, with an acrid smell. Already about thirty yards away my sense of smell sent disturbing signals to the orbit-frontal cortex. There wasn't much to misunderstand, it was the smell of charred human flesh, typical of fires, unfortunately not at all rare in London in recent times.
I was dazed, with my gaze fixed on the remains of my friend's house with whom I had shared adventures of all kinds. It did not seem possible to me that all of a sudden there was nothing left of him, perhaps only a few pieces of scorched cloth, a half-destroyed hat, a battered gaiter, a reading loved and shared by now illegible pages, an unrecognizable body.
I was suddenly awakened by my wandering and sad thoughts by the voice of a police officer, whose words, however, I could not grasp, taken as I was by my troubled thoughts.
I was thus forced to ask him to repeat himself.
"Sir, do you know any of those who lived in this house?" he repeated to me, raising his tone.
I replied that yes, I knew someone. Sir Francis Barret Browning, my friend since childhood, lived in that house alone, except for the visits of the woman who took care of the duties of the house, who certainly at that time of the afternoon was very unlikely to be still inside building.
On the contrary, the landlord, with almost absolute certainty, was right inside the building, being, like every day, waiting for my company for a tea and a chat, use and costume that we had been living with great pleasure for several years now.
I began to mull over what could be the cause of that tragedy. The first thing that occurred to me was the extreme, perhaps exaggerated, confidence that Francis placed in the technique, in the works of human ingenuity, in inventions and in the amazing innovations in general.
Of course, the absurd idea that my deceased friend had put in place could be a possible cause of that fire: lighting the house using one of these beautiful news.
He called them lamps with liquefied coal or coal gas. What is incontrovertible is the fact that they make more light than candles and lights of all kinds, as I could see myself during the evenings spent at the Browing house. However, having an uncontrollable flow of explosive air in the lock of the house seemed to me from the first moment an unhealthy and harbinger idea of possible calamities.
I had been nefarious and easy harbinger of so much drama. A few days before, I had revealed to my friend my doubts about that modern way of illuminating that was taking hold in the city. Even more, it seemed inappropriate and dangerous to me how Francis used it, in the closed walls of the home and with lots of fine wood furniture, curtains, carpets and load-bearing wooden structures, so easily flammable.
I was sorry in that while to be right, but trust is too serious a thing to place it in ideas, concepts, and inventions, rather than in people in flesh and blood.
A teaching, this, that my poor friend never understood and which he could not even treasure except, perhaps, in a next life.
Sono venuto a conoscenza di questa nuova piattaforma grazie al vostro post su Hive, piano piano qualcosa arriverò a scriverla anche qui, grazie mille della segnalazione!!!