Il mercenario

in blurt365 •  4 years ago 
Dopo un lungo ininterrotto potere autoritario, il vecchio e malato presidente Ungule morì: e nel Paese africano di Conianga, afflitto dalla miseria totale nonostante le sue enormi ricchezze naturali, fu da subito colpo di Stato. Solo poche ore dopo l’annuncio alla televisione nazionale della morte dell’ottantenne Ungule, un tenebroso capitano dell'esercito, Moussa Flanami, aveva letto un proclama alla radio nazionale in cui a nome di un gruppo di militari annunciava lo scioglimento del governo e delle altre istituzioni, nonché la sospensione della costituzione e di tutte le attività politiche e sindacali. Un golpe in piena regola. Flanami aveva fatto capire di controllare la principale base militare del Paese, più di cinquecento soldati, nei pressi dell'aeroporto della capitale, ma il presidente del parlamento, lo stesso che aveva annunciato alla televisione la morte di Ungule e che secondo la costituzione doveva assumere l'interim fino a nuove elezioni, aveva lasciato rassicuranti dichiarazioni alla stampa internazionale. Asserzioni in cui si diceva che il tentativo di golpe era stato fatto da una minoranza di soldati capitanati da una decina di ufficiali, e che nelle forze armate la grande maggioranza di militari erano ancora lealisti. Tutto questo, Martino l’apprese in una lunga e dettagliata e-mail, che ricevette tre giorni prima di prendere quel volo in business class che in un paio di scali l’avrebbe portato nel continente africano.

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Immagine CC0 creative commons

“Letture impegnate?”Chiese Marcel il suo vicino di posto.
“Un report americano del 2008 sui child soldiers”, asserì Martino mostrando il tablet.
“L’ho letto anch’io, era in allegato all’email di Flanami. Sono attualmente due gli eserciti paragovernativi che utilizzano i piccoli in guerra, con una leggera diminuzione rispetto ai dieci del 2000, per un totale di almeno duemila minori, di cui il 40% sono bambine”, sottolineò il francese.
“I bambini che combattono nell’esercito regolare Conianghese sono utilizzati in gruppi di supporto o come spie. Tale utilizzo li espone al rischio, qualora catturati, che vengano trattati da criminali e non da vittime. Peggio ancora vengono impiegati nella lotta armata contro le minoranze etniche, come in tanti altri stati africani, purtroppo… Sai che mi piace sempre avere una visione globale di ciò che troveremo sul campo, e infatti i guerriglieri stessi di Flanami utilizzano bambini-soldato: sono stati impiegati come attentatori suicidi… Scudi umani”, spiegò Martino spegnendo il tablet e ordinando un drink all’hostess.
“Brutti pensieri? Hai il timore di dover nuovamente combattere contro di loro?”
“No, non è quello…”, rispose malinconico l’italiano.
“Hai il tuo portafortuna?” chiese Marcel.
“Certo”, rispose Martino mostrando un ciondolo fatto con un bossolo esploso.


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Immagine CC0 creative commons

“Signore il suo Campari”, disse l’assistente di volo porgendo il bicchiere a Martino.
Una voce baritonale esplose da due sedili più avanti:
“Italiano dobbiamo parlare!” Era il bulgaro, un mercenario molto più anziano ed esperto di Martino e dello stesso Marcel: il suo capo squadra in questa missione.
Martino lasciò il drink a Marcel e si sedette vicino ad Andrey.
“Dopo la morte di Ungule, al potere per 24 anni, un gruppo di militari, quelli che ci hanno chiamato, annunciano lo scioglimento del governo. Il despota muore ed è subito golpe, ma il governo non è disciolto e si sta riorganizzando… Semplicemente caos: quello a cui siamo abituati ad operare”, spiegò il Bulgaro.
“Ovviamente il primo ministro smentisce, tutto sotto controllo, ma noi sappiamo che non è così”, ribadì Martino.
“Un altro despota salito al potere con un colpo di Stato ha bisogno di noi. Se sei qui hai ricevuto il bonifico con la prima parte di ciò che ho pattuito, la seconda a termine operazione. Sarà dura, ma Il colera ci aiuterà”
“Il colera?” Domandò stupito Martino.
“Il Paese vicino è alle prese con l'emergenza colera, è giunto l’altro ieri il primo aereo cargo con scorte mediche d'emergenza. Il carico che comprende soluzioni endovenose, attrezzature per il trattamento del colera, farmaci essenziali, apparecchiature e kit ostetrici darà un forte contributo anche alla nostra missione: la nostra attrezzatura è nascosta all’interno di una di quelle casse arrivate ieri e un mio uomo domani la preleverà. Sarà la stessa persona che ci verrà a prendere per condurci al confine. Entreremo in Conianga dalla giungla. Ti lascio la chiavetta con il file per tutti i dettagli della missione”, spiegò il mercenario passandogli il supporto informatico che Martino senza obbiettare si mise nella tasca della camicia.
“Una cosa che devi sapere… Impiegano bambini. Bambine soprattutto”, disse Martino.
“E’ un problema?” Domandò il bulgaro guardandolo negli occhi, ma prima che l’italiano potesse replicare un bestione di un metro e novanta reclamava il suo posto.
“Siamo i buoni o i cattivi questa volta?” Domandò con un ghigno ironico condito da un pesante accento russo Sergey, il gigante che gli stava a lato.
*“Non ci sono buoni o cattivi… Conta solo chi ci paga. Giusto Bulgaro? Siediti bestione e fatti una dormita”, troncò Martino congedandosi dai due per tornare al proprio posto.
“Ti ha dato il file?” Domandò Martin.
“Sì”, rispose secco Martino passandosi tra le dita il ciondolo portafortuna; osservò il bossolo e rivisse per un attimo la scena in cui quella bambina, cinque anni prima, lo ferì gravemente.


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